Tradizionalmente e culturalmente circoscriviamo le gite al mare alla bella stagione. Eppure è bene riscoprire quel benessere che il mare ci dona in inverno e che noi possiamo restituirgli passeggiando sulle sue spiagge deserte.
La battigia, umida e compatta appare totalmente diversa dalla sabbia che noi ricordiamo dalle nostre vacanze estive. Non è una spiaggia fatta per infradito o piedi scalzi ma per scarpe da trekking o polacchini caldi(https://calzaturificiosoldini.it/polacchino-uomo ), che lasciano le loro impronte dietro a quelle stilizzate dei gabbiani. Sarebbe una gita molto romantica, così descritta, se non fosse per l’ingombrante presenza dei rifiuti che il mare rigurgita sulle spiagge.
Spiagge di rifiuti
Senza più bagnini ad occuparsi della buona tenuta del lido, una passeggiata sul bagnasciuga si può trasformare in una buona azione per l’ambiente. Le buste e le bottiglie di plastica restano al primo posto fra i rifiuti che tornano a riva. L’incuria e la negligenza con cui ci prendiamo cura degli oggetti che portiamo un spiaggia, si trasforma in un rifiuto molto più semplicemente di quello che non possiamo pensare. Pezzi di giocattoli estivi, tappini, reti di plastica polistirolo, mozziconi di sigaretta, pezzi di giochi da bambino e bottiglie. Uno stile di vita, il nostro, fatto di beni usa e getta che ci si ritorce contro nonché contro la nostra stessa economia.
La salute del nostro mare: i dati
Stando ai dati diffusi dal WWF Italia (https://www.wwf.it/plastica_nel_mediterraneo.cfm ) nel report per il 2019, il nostro paese, insieme a Francia e Turchia, è fra i principali paesi inquinanti del Mediterraneo. Ma soprattutto è il primo a farne le spese, avendo anche la maggior estensione costiera, ritrovando poi sui propri lidi tutta la plastica che la corrente riporta a riva prima che venga disgregata in microplastica dal moto delle onde e dall’effetto del sole. Il nostro Paese produce circa 8 milioni di rifiuti plastici, stando ai dati diffusi dal WWF per il 2019, di cui un ottavo viene riversato in natura. Il dato è ancora più sconcertante se si pensa che l’80% dei rifiuti plastici prodotti è costituito da imballaggi. Un materiale durevole e resistente come la plastica che nell’80% dei casi viene utilizzato per qualcosa che ha una vita brevissima. Questo significa che modificare il nostro stile di vita potrebbe fare veramente molto per l’ambiente. Basta camminare lungo una spiaggia d’inverno per rendersi conto di quanto possa fare una borraccia per evitare tutte le bottigliette o l’uso di sistemi di filtraggio domestico o di acqua in vetro, per evitare la commercializzazione di un involucro di plastica, quale quello di una bottiglia da 1,5 o 2 lt, la cui funzione si estingue in poche ore. E ancora si pensi a quanto si può fare evitando l’uso di stoviglie monouso di cui, ancora in molti comuni, non è previsto un piano di riciclo. All’inadeguatezza delle misure predisposte a livello di autonomie locali, si aggiungono inoltre gli errori compiuti dai cittadini stessi che rendono ancora più alta la dispersione dei prodotti di plastica.
Italia leader nel Mediterraneo per le politiche anti-plastica
Tutto questo inquinamento ha un costo per il nostro paese, che si traduce nella somma di sessantasette milioni di euro che gravano ogni anno sull’economia turistica. L’Italia, conscia del valore della propria Blue Economy, ha avviato una serie di politiche all’avanguardia nel Mediterraneo per la prevenzione del problema. Oltre alla politica di differenziazione dei rifiuti in quattro linee, che attestano l’Italia al primo posto nel Mediterraneo per il riciclo di plastica, si annoverano fra queste scelte anche quelle di bandire le microplastiche dai cosmetici e l’erogazione di incentivi alle aziende produttrici per sviluppare soluzioni innovative e green.
È inoltre notizia di questi giorni che nel nuovo decreto c.d. Salva Clima è prevista anche la possibilità di recarsi al banco alimentari e chiedere che il cibo sfuso che si sta acquistando venga posto dentro i propri contenitori riutilizzabili. Una piccola norma che potrebbe portare ad una rivoluzione, liberando la spazzatura domestica da tantissimi imballaggi usa e getta la cui vita è veramente breve.
Il mare d’inverno ha sempre affascinato scrittori e poeti per le potenti sensazioni ed emozioni che può suscitare. Oggi, fra queste riflessioni, se ne innesta una di carattere totalmente ecologico che se ascoltata può portarci a cambiare piccole cose nel nostro stile di vita che però sono in grado di produrre un grande cambiamento per il nostro mare e per il nostro pianeta.